Intervista a Luciana Aironi PER FILI&FORME

INTERVISTA A LUCIANA AIRONI PER FILI&FORME 

Fili, ricamo e radiografie: come sei arrivata a questi tre elementi come medium espressivo per la tua arte?

Che significato ha ricamare per te? (a proposito, ricami a mano o a macchina?)

Perché il pesce – soprattutto il pesce rosso – è elemento ricorrente nei tuoi lavori?

Quali sono i temi che indaghi nella tua ricerca artistica?

Che cosa vuol dire per te essere un’artista?

Qual è secondo te il ruolo dell’Arte nella società contemporanea?

A quale progetto stai lavorando in questo momento?

 

  1. Tutto nasce durante il periodo della pandemia, quando la situazione mondiale e le restrizioni ci costringevano a stare in casa e mi trovavo sola con i miei pensieri, le mie paure e tanta incertezza. Ho sviluppato attraverso la ricerca artistica un modo per esorcizzare e superare determinate situazioni psicologiche ed emotive costruendo un meccanismo di difesa, attraverso la sperimentazione di materiali e tecniche che potessero rappresentare realmente in quel momento ciò che stavo vivendo interiormente. Il senso di paura e solitudine mi stavano allontanando dal mondo esterno, avevo un unico pensiero, ossia quello di un mondo libero e lontano dalla realtà che stavamo vivendo.

Ho avuto un’illuminazione quando, ricercando in casa del materiale che potesse essere riciclato e rinnovato, mi sono imbattuta in una busta di rx (radiografie). Da quel momento sono diventate materia e metafora di quello che volevo creare, un luogo non-luogo dove potermi rifugiare ed esprimermi.In un primo momento, il filo avevo il semplice scopo di unire e congiungere parti dell’opera, poi successivamente il cucire a mano e a macchina si è trasformato ed è diventato un mio mezzo terapeutico per poter esprimere le mie emozioni.

  1. Il mio “ricamare” è un gesto istintivo che non segue degli schemi precisi ma non è casuale, è come il pennello per un pittore che lascia il segno sulla tela, io cucio facendomi trasportare inconsciamente da quel gesto manuale e/o dal suono della macchina da cucire. Infatti, il mio modo di cucire cambia costantemente ed è un mezzo per poter esprimere il mio linguaggio emotivo.
  2. Il pesce rosso, rappresenta la paura che vivo da sempre di perdere la memoria e di dimenticare chi sono, chi amo e chi mi ama. E’ un discorso complesso, che nasce da un vissuto traumatico e che ha segnato la mia esistenza. Per esorcizzare questa paura non faccio altro che diventare quel piccolo esserino che nuota dentro la propria boccia ed ogni 30 secondi ricomincia tutto da capo. Raimondo è il pesce rosso che spesso nuota dentro le mie opere ed altro non è che il mio alter ego.
  3. La mia ricerca artistica è un viaggio intimo, un’immersione nelle profondità dell’anima. Quando mi avventuro in questo mondo non cerco solo di catturare l’esterno, ma di esplorare il mio mondo interiore. È come se fossi un archeologo del mio essere, scavando tra strati di emozioni, ricordi e desideri. Non è solo un atto di espressione, ma un modo per sondare le profondità della mia interiorità. Sono sia narratore che protagonista, creando uno specchio tra l’io e la realtà. Attraverso questa lente, vedo le contraddizioni che mi abitano e le accetto come parte di me. È un viaggio verso l’autenticità, verso la comprensione di chi sono veramente.

Quando creo metto a nudo il mio sé più profondo, dove ogni forma e segno è un frammento di me stessa. L’arte diventa un linguaggio universale, una connessione tra il mio mondo interiore e quello esteriore, vivendolo come un atto di coraggio. È come mostrare liberamente al mondo il proprio cuore, senza filtri o maschere.

Quando lavoro sulle mie opere mi sento viva, connessa con qualcosa di più grande di me stessa, la mia ricerca artistica è una via che mi porta ad immergermi in un mondo che si identifica in una radiografia, e tra i fili cuciti e i segni incisi do’ vita a forme e pensieri.

L’atto creativo diventa un viaggio interiore, un’esplorazione profonda di chi sono e di ciò che mi circonda. Lo percepisco come uno specchio in cui sono riflesse le sfumature dell’anima e le contraddizioni del cuore, vado ad immergermi totalmente nel processo creativo fino ad abbandonarmi totalmente alle mie emozioni e ai miei pensieri che vivo in quel momento. È come se l’opera d’arte fosse un frammento di me stessa, un pezzo di un puzzle che cerco di ricomporre. Il supporto su cui lavoro diventa il mio confessionale, dove posso esprimere gioie, dolori, paure e desideri. Ogni tratto o forma è una dichiarazione di chi sono, un grido silenzioso che si materializza sulla superficie.

Attraverso l’arte, mi confronto con le mie ombre e le mie luci, cercando di trovare un equilibrio tra l’interno e l’esterno. La ricerca artistica è un viaggio senza fine, un percorso di scoperta e di crescita. Ogni opera è un passo avanti, un modo per esplorare nuove dimensioni di me stessa. Non cerco risposte definitive, ma domande che mi spingono a continuare.

L’arte mi offre la libertà di esplorare, di sperimentare, di essere me stessa senza giudizio, dove attraverso la creazione artistica mi avvicino al mio nucleo, al mio essere più autentico dove ogni singolo elemento è un tassello nel mosaico della mia identità. E così, mentre cerco il mio Sé nell’arte, mi rendo conto che l’arte stessa è parte di me, un riflesso di ciò che sono e di ciò che posso diventare.

  1. Per me è come essere un’esploratrice, spinta a cercare nuove tecniche, nuovi stili e nuove prospettive. È essere una viaggiatrice dell’anima, alla ricerca di significato e bellezza. Ma mentre l’arte spesso può apparire solitaria, questa è anche un ponte che collega l’individuo alla collettività, creando un dialogo senza confini. Essere un’artista significa vivere l’arte, respirarla, sentirla vibrare dentro di sé e condividerla con il mondo. La vedo come un cammino di scoperta, di emozione e di autenticità.
  2. Dal mio punto di vista, l’arte è un mezzo, che supera tutte le barriere linguistiche e culturali, la vivo come un modo per comunicare emozioni, opinioni e idee senza bisogno di traduzione. Questa comunicazione universale ci collega come esseri umani e ci permette di conoscere anche le esperienze altrui. E’ un mezzo attraverso il quale possiamo trasformare la nostra realtà e vivere una vita più ricca e significativa.
  3. Attualmente sto lavorando a più progetti contemporaneamente ed ognuno di essi è legato ad un unico comune denominatore, la ricerca interiore del mio Sé. Cerco sempre di sviluppare le tematiche su cui lavoro attraverso l’analisi della mia esperienza personale, sia su temi che mi vengono proposti sia su quelli che nascono dal mio percorso di vita.

 

 

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